LETTERA CONTRO LE SENTINELLE IN PIEDI AD ALBA

4 agosto 2015 - Blog / Documenti / Militanza

Riportiamo una lettera scritta da Officine di Resistenza e Associazione Educazione Bene Comune, pubblicata da Il Corriere Alba – Langhe – Roero, a seguito di alcune veglie delle “Sentinelle in piedi”  tenutesi nella città di Alba nei giorni 28 giugno e 12 luglio 2015.

Egregio direttore,

in questa lettera vorremmo portare alcune riflessioni in merito alle idee espresse dalle “Sentinelle in piedi” di Alba.

Nella descrizione che compare sulla loro pagina Facebook, leggiamo che esse “non accettano categorie fuorvianti come gay o eterosessuali, definizioni che riducono l’identità umana a una pulsione sessuale”. Non accettando queste categorie, esse si oppongono quindi alla promulgazione di una legge che introduca il reato di omofobia, in quanto legge pensata specificamente in difesa degli omosessuali. Se da una parte le “Sentinelle” vogliono che la legge tuteli tutte le persone indistintamente, annullando le categorie di “eterosessuale” e “omosessuale”, dall’altra però considerano l’istituzione del matrimonio prerogativa esclusiva di una coppia eterosessuale: questo ragionamento ci sembra francamente contraddittorio. Infatti, nel limitare la possibilità di sposarsi ai soli eterosessuali, le “Sentinelle”, che a quanto sostengono si rifiutano di fare distinzioni tra etero e omosessuali, in realtà compiono una evidente discriminazione. Benché le loro veglie siano assolutamente condotte con mezzi nonviolenti, l’idea di negare alle coppie gay il diritto di sposarsi ci sembra un atto di grande violenza (tanto più che il diritto al matrimonio esteso agli omosessuali non andrebbe di certo a danneggiare i diritti degli eterosessuali).

Rileviamo poi una seconda contraddizione nella volontà delle “Sentinelle” di difendere la loro “presunta” libertà d’espressione. Chiariamo subito che riteniamo indiscutibile il diritto alla libertà di opinione: siamo infatti convinti che tutti gli uomini abbiano il diritto di manifestare le proprie idee. Questo però non significa che si possa esprimere qualsiasi pensiero senza subire le conseguenze che esso può comportare. In questo caso specifico, le “Sentinelle” hanno sì il diritto di manifestare la propria opinione: se però questa opinione va a limitare indebitamente la libertà di altre persone, allora viene ferito ed ostacolato il libero sviluppo della loro personalità, e per questo è bene instituire una legge che tuteli i diritti di queste persone. Tutti sono liberi di esprimere il proprio pensiero, ma ognuno ha anche il dovere di rispondere delle parole dette e di accettare le conseguenze delle proprie azioni.

Per motivare l’idea che l’istituzione del matrimonio dovrebbe essere limitata alla coppia uomo-donna, le “Sentinelle” portano, come elemento fondamentale e imprescindibile di questa istituzione, non solo l’amore ma la possibilità per i coniugi di avere figli. Vediamo però che questo pensiero non regge su molti aspetti; in primo luogo, pensiamo a tutte quelle coppie che oggi vivono senza figli per scelta: per loro si dovrebbe allora parlare solo di “unione civile”, visto che viene meno uno degli elementi essenziali del matrimonio? Inoltre, come sappiamo, già esistono le cosiddette “famiglie arcobaleno”, composte da genitori omosessuali che possono crescere in maniera del tutto equilibrata i propri figli. Questo aspetto è confermato da un gran numero di studi scientifici: emerge infatti come le coppie omosessuali siano addirittura in molti casi le più “pronte” ad accogliere ed educare un figlio, proprio perché si interrogano sulla questione molto di più rispetto a tante coppie eterosessuali che magari danno la questione più per scontata.

Ma procediamo per assurdo e ammettiamo che per la crescita equilibrata di un bambino sia necessaria la figura di un padre e di una madre (elemento che però, come abbiamo detto, è stato ampiamente smentito a livello scientifico). Se però vietiamo agli omosessuali di poter avere figli (perché la loro non sarebbe una famiglia “sana”) dobbiamo per correttezza di logica prendere in considerazione anche gli altri fattori che incidono negativamente sulla formazione di un nucleo familiare: troppo facile fermarsi al parametro dell’omosessualità perché è il più riconoscibile ed evidente! Vietiamo quindi anche alle coppie indigenti di potere sposarsi ed avere figli, il fatto di nascere in una famiglia con gravi problemi economici costituisce certamente un grave svantaggio per un bambino. E quante storie conosciamo di figli rovinati dall’eccessiva ricchezza dei genitori, che magari all’attenzione per i propri ragazzi preferiscono concentrarsi sulla carriera. Per quanto ci riguarda però, questo volersi a tutti i costi fare giudici delle altre persone non fa per noi.

Secondo quanto espresso dalle “Sentinelle”, infine, la famiglia gay sarebbe “innaturale” e da rifiutare perché nelle società umane la famiglia si è sempre basata sul rapporto uomo-donna (si è sempre fatto così). Questa idea non ci sembra però costituire una motivazione valida: per millenni sono esistiti la schiavitù, lo sfruttamento dei minori e delle donne, la pena di morte… E purtroppo in molte parti del mondo è ancora così: anche lì, perché si è sempre fatto così! Se gli esponenti delle “Sentinelle” interpretano il desiderio di poter avere dei figli da parte delle coppie omosessuali come una moda del momento, noi al contrario lo consideriamo come un progredire dell’uomo, un suo migliorarsi: se per secoli la semplice espressione del proprio orientamento sessuale ha messo a rischio di vita le persone omosessuali (e oggi purtroppo ciò accade ancora in molti Stati), ora invece anche in Italia il diritto alla formazione di una famiglia può finalmente essere esteso a tutti gli uomini e donne semplicemente in quanto persone (e questa volta sì senza fare distinzione tra etero e omosessuali).

Officine di Resistenza

Associazione Educazione Bene Comune

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *