MANUALE DI AUTODIFESA DEL LAVORATORE SOCIALE
9 maggio 2016 - Blog / Militanza
La Rete Operatori e Operatrici Sociali di Milano è formata da lavoratrici e lavoratori appartenenti a numerosi e diversi progetti e servizi del cosiddetto Terzo Settore (cooperative sociali, associazioni onlus, fondazioni, ecc…); è nata il 27 giugno 2013 in risposta ad un significativo taglio del Comune di Milano di fondi sui Centri Diurni. La Rete aderisce alla piattaforma Nazionale Operatrici e Operatori Sociali. I lavoratori della Rete hanno deciso di redigere un manualetto per mettere a disposizione dei colleghi uno strumento di “alfabetizzazione” e di presa di coscienza di appartenere ad una categoria di lavoratori ben precisa. Il manualetto è quindi uno strumento di tutela delle proprie condizioni lavorative e della propria dignità.
Riportiamo qui di seguito la parte introduttiva del manuale che chiarifica gli intenti e le proposte della Rete Operatrici e Operatori Sociali di Milano. Potete scaricare il manualetto intero al seguente indirizzo https://operatorisociali.noblogs.org/files/2015/11/operatori_sociali.pdf
La rete si è data una duplice funzione:
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di protesta e di lotta contro il peggioramento delle condizioni di lavoro provocato dai tagli economici decisi dai governi Nazionale e locali, avallati da organizzazioni sindacali e dagli stessi enti del Terzo Settore.
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Di proposta per ribadire la funzione di utilità sociale del nostro lavoro che sempre più va difeso da logiche volontaristiche.
Il senso ultimo del lavoro che svolgiamo è far sì che le persone di cui ci occupiamo diventino soggetti attivi della loro vita; questo ci stimola a non cedere alla passività e all’immobilismo di fronte a ciò che accade. Crediamo che un cambiamento possa avvenire solo se gli operatori cominciano a unirsi e diventare un soggetto critico pensante. Per fare questo abbiamo bisogno di organizzarci in form aperta, assembleare e in autonomia dai partiti e dai sindacati. Insieme dobbiamo capire meglio gli aspetti più controversi del nostro lavoro, dei “presunti modelli di Welfare”, dobbiamo rivendicare contratti non precari e salari dignitosi per la nostra professione poiché non siamo missionari o militanti del sociale; dobbiamo contrastare la solitudine che spesso molti di noi sentono nei luoghi di lavoro. Mettersi in rete è necessario per costruire un legame sdi solidarietà che denunci le situazioni più assurde, che accorra in sostegno dei colleghi in difficoltà, sviluppi proposte che associno il miglioramento delle nostre condizioni salariali con il valore socilae di ciò che facciamo ogni giorno. E rete va fatta anche con quei lavoratori che su altri terreni, come la sanità e la scuola, sono impegnati a rispondere ad attacchi contro lo smantellamento dei diritti di cittadini e lavoratori.
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